Il recente caso del Force Blue di Briatore ,ha messo di nuovo in risalto le "Truffe" legalizzate perpetrate ai nostri danni dai cosiddetti "Signori" proprietari di megayacht.
Come sapete a Porto Santo Stefano abbiamo una grossa categoria di lavoratori con comprovata esperienza e capacita',che lavora nel settore.
Quindi al paesello siamo tutti piu' o meno informati su quello che questi cosiddetti armatori combinano con quello che dovrebbe essere un bene di lusso che dovrebbe pagare le tasse di conseguenza.
Approfittando di un cavillo delle normative Europee,soprattutto in Italia,dove i controlli sono ,come universalmente riconosciuto,all' acqua di rose, i "Padroni" di Yacht medio / grandi hanno creato ad arte societa' di Charteraggio che assumono la proprieta' delle loro case galleggianti.
Fin qui non ci sarebbe nulla di strano ,il problema e' che questi yacht non vengono mai affittati al miglior offerente ,come sarebbe normale che sia, ma rimangono a uso e consumo esclusivo dei padroni originari (Salvo rari casi).
Questa operazione di "Charterizzazione" del mezzo e' stata cosi' sfruttata solo per uno scopo : PAGARE MENO TASSE.
Infatti in questo modo possono ottenere forti detrazioni e deduzioni fiscali ,visto che lo yacht viene cosi identificato come uno strumento di lavoro e non di lusso,possono ottenere il carburante "agevolato",pagandolo molto meno e in alcuni casi possono per giunta scaricare l'IVA.
In poche parole si erogano diritti di cui dovrebbero usufruire solo le societa' che lavorano con il trasporto passeggeri tipo Paolone con il suo "Revenge".
Oltre tutto questo anche chi lavora su questi Yacht va incontro a disagi non indifferenti perche' essendo gli yacht adibiti al trasporto passeggeri ,gli equipaggi hanno visto aumentare a dismisura le certificazioni professionali richieste per questa tipologia di barca.
Di conseguenza hanno dovuto frequentare corsi,aggiornamenti , esami per poter essere imbarcati regolarmente ,con spese che solo in piccola parte vengono rimborsate da fondi europei,per la maggior parte devono sborsare fior di quattrini.
Questo perche' queste societa' di charteraggio,non essendo ,diciamo "reali", non si preoccupano minimamente della crescita professionale del personale ma pretendono solo le certificazioni per poter continuare a "truffare" legalmente lo stato e i contribuenti,senza cacciare una lira (Fatta qualche rara eccezione).
Purtroppo le Capitanerie poi non danno una mano ,visto che la loro preoccupazione principe e' solo il controllo attento e accurato degli equipaggi senza investigare a fondo sulla natura di queste societa' Farlocche.
Fino ad Ora.
Perche' visto il Caso "Briatore" ,sembra che qualcosa si stia muovendo in quel senso.
Voglio essere ottimista sperando che crei una reazione a catena perche' il fatto che noi contribuenti ci accolliamo i lussi di questi "Signori" non e' accettabile.
Di Seguito l'articolo di Repubblica inerente al caso Briatore.
Briatore indagato per contrabbando
Sequestrato il suo yacht Force Blue
La Guardia di Finanza accusa l'imprenditore di aver evaso Iva per quattro milioni di euro. La Procura sostiene che l'imbarcazione intestata ad una società di charter che gode di avegolazioni fiscali avrebbe dovuto affittarla al miglior offerente, invece era in uso esclusivo all'ex team manager di Formula 1. Sigilli al lussuoso yacht. A bordo la moglie Elisabetta Gregoraci col figlioletto Falco Nathan
Lo yacht Force Blue
Contrabbando ed evasione delle imposte sul carburante sono le accuse ipotizzate dal pm Walter Cotugno a carico dell'amministratore delegato della società proprietaria del megayacht "Force Blue", con sede nelle Isole Vergini Britanniche, e di Flavio Briatore, che risulterebbe essere il principale utilizzatore della nave in territorio Ue.
Ieri, gli uomini della Guardia di Finanza avevano sequestrato al largo della Spezia il "Force Blue" il megayacht in uso all'imprenditore. L'ipotesi di reato è contrabbando. La nave, battente bandiera extra Ue, era intestata ad una società di charter, ovvero col mandato di affittarla al migliore e più affidabile offerente, ma i militari hanno accertato che il "Force blue" sarebbe stato piuttosto in uso esclusivo al solo Briatore.
Secondo indiscrezioni trapelate in mattinata, al momento del sequestro a bordo del megayacht di 62 metri non c'era Briatore, ma la moglie Elisabetta Gregoraci, col figlioletto Falco Nathan.
Il reato di contrabbando contestato a Briatore perchè un cittadino comunitario non può utilizzare un'imbarcazione immatricolata all'estero in territorio Ue se prima non ha provveduto a pagare l'Iva. Dato che il valore approssimativo del "Force Blue" è di almeno 20 milioni di euro (ma la cifra è destinata a crescere), l'Iva evasa si aggirerebbe sui 4 milioni.
Sarebbero inoltre state evase le imposte sui rifornimenti di carburante (700mila litri di gasolio da quando la situazione è monitorata), per un ammontare di circa 550mila euro di accise e 250mila euro di Iva. La legge comunitaria prevede infatti che gli yacht immatricolati all'estero possano fare carburante senza pagare l'accisa a condizione che entro le otto ore dal rifornimento siano fuori dalle acque territoriali comunitarie. provvedimento che il "Force Blue" non avrebbe rispettato.
(21 maggio 2010)
Friday, May 21, 2010
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