Sunday, May 3, 2009

L'ESPLOSIONE DEL PANIGAGLIA

Chi non ha mai sentito parlare dell'esplosione della nave militare PANIGAGLIA ?
Penso nessuno , neanche tra le generazioni piu' recenti, visto che da quel tragico evento e' nato uno dei nostri modi di dire piu' usati.
Tipo..."hai visto che schianto che ha fatto la Pirarella?" (Mi dispiace ma mi viene spontaneo usare loro)..."Ha fatto la fine del Panigaglia" oppure, per par condicio "Tronketto l'anno scorso al Paliaccio hai fatto un botto manco 'r Panigaglia".
PANIGAGLIA e' anche stato il nomignolo ,secondo le mie fonti dell'epoca,con cui veniva chiamato l'autobus che collegava P.S.Stefano a Orbetello nell'immediato dopoguerra ... un vecchio autobus sgangherato che ogni volta che doveva inerpicarsi per la "Salita delle Bestemmie" costringeva i passengeri a scendere per spingerlo.
Sempre per informazioni dei passeggeri dell'epoca,la "Salita delle Bestemmie" era al foro degli "Stretti" perche' la strada provinciale cosi' com'e' attualmente non esisteva ma ci passava sopra.
Di seguito un articolo che descrive l'evento in cui viene ricordata anche l'unica vittima santostefanese e la foto di una nave gemella del Panigaglia....il "Buffoluto"




Il 1° luglio del 1947, poco dopo le 11, nelle acque dell’Argentario antistanti Santa Liberata esplose la nave ausiliaria porta munizioni Panigaglia. La nave, della marina militare, era stata varata nel 1923, aveva 643 tonnellate di dislocamento, e normalmente imbarcava un equipaggio di 3 ufficiali e 61 marinai.
Era partita da Pantelleria il mattino del 21 giugno con un carico di 330 tonnellate di munizionamento dell'esercito, destinato al deposito munizioni di Pozzarello ed era giunta a Porto Santo Stefano alle ore 13 del 26. Aveva dato fonda nella baia di Santa Liberata ed utilizzava per il trasporto a terra delle munizioni, barconi e rimorchiatori messi a disposizione dalla Società Montecatini con sede a Orbetello.
Il fragore dell’esplosione, che fece tremare tutte le case di Porto Santo Stefano, lasciò sbigottiti gli abitanti. Solo il denso fumo che si levava dal mare, là dove sapevano che il Panigaglia era alla fonda, fece loro capire l’accaduto.
La notizia ufficiale dell'incidente fu data alle ore 11,10 dal semaforo di Monte Argentario: si comunicava che durante le operazioni di scarico, per cause imprecisate, vi era stata una violenta esplosione, che aveva provocato la perdita della nave e la morte presunta di gran parte dei membri dell'equipaggio, degli operai civili e del maresciallo della sezione staccata di artiglieria di Grosseto, adibiti allo scarico. Con il Panigaglia era saltato anche uno dei barconi della Montecatini utilizzati.
Del Panigaglia rimaneva sul mare, tra innumerevoli rottami sparsi in un ampio raggio, solo uno spezzone della poppa ancora affiorante. I soccorritori, accorsi per raccogliere eventuali superstiti, esplorando il relitto, udirono il suono di colpi metallici ritmici provenire dall’interno. Iniziò così una generosissima gara per trarre in salvo coloro che erano rimasti imprigionati.
Nel resoconto in Parlamento fatto il giorno stesso dell’accaduto, il Primo Ministro De Gasperi così concludeva il suo intervento: “Un quarto d'ora fa ho ricevuto un telegramma, che lascia un raggio di speranza per qualcuno che in un primo tempo era considerato vittima. Il telegramma dice: «Stamane ore 11 nave Panigaglia saltata in aria rada Santa Liberata per esplosione oltre tonnellate 300 munizioni. Inviati soccorsi terra et mare sotto direzione questo Circomare. Ricuperati fino at questo momento quattro cadaveri. Su spezzone estrema poppa affiorante in basso fondale avvertito presenza personale vivo: corso operazione perforazione lamiera fiamma ossidrica per estrazione con probabilità successo.. Circomare Porto Santo Stefano 141001». Esprimo l'auspicio, anche in nome vostro, onorevoli colleghi, che il loro martirio valga almeno a cementare sempre più saldamente le nostre forze, di noi che siamo vivi, per lavorare e per costruire.”
Dallo spezzone di poppa fu estratto un marinaio ancora in vita che però perì poco dopo in conseguenza delle gravissime ferite riportate.
Nell’incidente del Panigaglia perirono complessivamente 63 persone tra i membri dell’equipaggio e maestranze adibite allo scarico del materiale esplosivo. Dell'equipaggio si salvarono, in quanto in quel momento a terra, il tenente di vascello comandante, il sergente radiotelegrafista, il sottocapo furiere, un infermiere ed un marinaio. Tra le maestranze civili decedute vi fu un solo santostefanese, il capobarca Armando Loffredo. Si trovava sul barcone accostato al Panigaglia sul quale, nel momento dell'incidente, venivano trasbordate le munizioni.
Gli abitanti di Porto S.Stefano dedicarono, su una chiesetta a Santa Liberata, una lapide dedicata alla santa, a ringraziamento per il loro scampato pericolo e di suffragio per le vittime.

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